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Centro Pedagogico e Psicologico per lo sviluppo e il potenziamento del pensiero e del linguaggio

Uno spazio multifunzionale, un vero e proprio appartamento “smart”[1] finalizzato a valutare e sperimentare piste di lavoro finalizzate allo sviluppo cognitivo ed affettivo di bambini e persone con deficit in una prospettiva di intervento che miri al continuo potenziamento dell'intenzionalità e dell'autodeterminazione della persona, lungo tutto il corso della vita; in una sorta di permanente laboratorio sperimentale facendo riferimento agli studi di Vygotskij e Lurija circa lo sviluppo del pensiero e del linguaggiore intervenendo nella zona di sviluppo prossimale.

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Alcune delle attività del Centro:

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  • consulenze e colloqui pedagogici e psicologici,

  • raccolta e rilevazione dati con strumenti standadizzati per la valutazione della aree di forza da potenziare e quelle più deboli su cui intervenire.

  • osservazioni dirette in contesti allestiti e osservazioni a distanza in situazioni che ripropongono momenti della vita quotidiana per valutare le dinamiche relazionali genitore-figlio e gli stili educativi

  • corsi di formazione per operatori/insegnanti al modello empatico relazionale secondo il Metodo Emozione di Conoscere

  • corsi di formazione per genitori al ,odello empatico-relazionale secondo il Metodo Emozione di Conoscere

  • prevenzione dei disturbi dell'apprendimento

  • formulazione di ipotesi operative e buone prassi per lo sviluppo e il potenziamenti cognitivo nella aree dell'autonomia, della socializzazione e degli apprendimenti

  • formulazione di ipotesi operative e buone prassi per l'intervento precoce

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Stiamo inoltre raccogliendo fondi e finanzimenti per allestitre gli spazi con moderne tecnologie hardware e software relative della domotica e all’informatica per l'automazione di quella porzione di gestione della casa, della vita quotidiana, che implica grandi responsabilità e attenzioni.

Questo permetterà di creare, entro il prossimo anno, uno show room interattivo e direttamente sperimentabile grazie all’organizzazione di week-end residenziali per famiglie o per i ragazzi con i loro operatori.

L’idea è quella di farne un punto di riferimento per sperimentare e personalizzare le nuove tecnologie che l’informatica e la domotica propongono per realizzare percorsi di vita autonoma e indipendente per persone con deficit e per le loro famiglie oltre che studiare, valutare e verificare in che modo queste concorrano non solo a supportare e a coadiuvare i ragazzi in quelle aree più deboli, ma anche al potenziare in loro il pensiero e il linguaggio.

 

Il Centro avrà la finalità dunque di utilizzare le moderne tecnologie software e hardware e le applicazioni in commercio al fine di porre in evidenza al bambino, al ragazzo, le potenzialità del proprio pensiero. Gli strumenti dell’informatica saranno utilizzati quale proiezione visibile e percepibile sensorialmente di ciò che avviene quando si ipotizza, si riflette, si confrontano le esperienze, si sceglie, si pongono le correlazioni tra pensiero e linguaggio. Uno scoprire le capacità del proprio pensiero per poterle far divenire comunicazione relazionale, gestuale, situazionale, posturale,…, al fine di accelerare quel legame che porta alla produzione del linguaggio[2].

 

Il Centro vuole divenire un “polo”  dove si ipotizzano, si studiano, si ricercano e  si trovano soluzioni applicative, buone prassi di intervento, strategie e piste di lavoro, che possano poi essere periferizzati e  costituire un patrimonio di esperienze rigorose da cui trarre spunti da trasferire in nuovi e originali contesti.

 

I riferimenti teorici di tale condizione di intervento psicopedagogico si rifanno agli studi e alle ricerche in Pedagogia Speciale ed in particolare ai metodi dell’emozione di conoscere da mettere in atto nei contesti di vita del bambino, della persona con deficit in una dimensione inclusiva.

 

 

 

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NOTE

 

[1] Per ambienti smart intendiamo quei contesti organizzati che tendono all'ottimizzazione e all'innovazione dei servizi così da mettere in relazione le infrastrutture materiali «con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita» grazie all'impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell'ambiente e dell'efficienza energetica, al fine di migliorare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di ci le vive.

 

[2] “La parola, privata del pensiero, è anzitutto una parola morta. Come dice il poeta:
E come le api nell'alveare deserto

un cattivo odore emanano le parole morte

E il pensiero che non è incarnato nella parola, resta un'ombra stigia, "nebbia, suono e abisso", come dice un altro poeta. Hegel considerava la parola come un essere animato del pensiero. Questo essere è assolutamente necessario ai nostri pensieri. Ma il legame del pensiero con la parola non è originario, un legame dato una volta per tutte. Compare nel corso dello sviluppo e si sviluppa esso stesso. «All'inizio era il Verbo». A queste parole del Vangelo Goethe rispondeva con la voce di Faust: «All'inizio era l’azione», desiderando così svalutare la parola. Ma, nota Gucman, anche se con Goethe non si riconosce un valore eccessivo alla parola come tale, cioè alla parola sonora, e come lui si traduce il verso biblico con «All'inizio era l'azione», si può però accentuarlo in un altro modo e lo si considera dal punto dì vista della storia dello sviluppo: all’inizio era l'azione. Gucman vuol dire cosi che la parola rappresenta per lui uno stadio superiore di sviluppo dell'uomo rispetto all'espressione più alta dell'azione; naturalmente, ha ragione. La parola non era all'inizio. All'inizio vera l'azione. La parola costituisce la fine piuttosto che l'inizio dello sviluppo. La parola è il fine che corona l'opera. Non possiamo, nella conclusione della nostra indagine, non sof­fermarci in poche parole sulle prospettive che si aprono sulla sua soglia. La nostra ricerca ci ha portato vicino alla soglia di un altro problema ancora più vasto, ancora più profondo, ancora più gran­dioso del problema del pensiero: al problema della coscienza. La no­stra ricerca ci ha portato, come si è già detto, a quell'aspetto della parola, a quel lato della parola, che, come l'altra faccia della luna, è rimasta una terra sconosciuta per la psicologia sperimentale. Ci siamo sforzati di analizzare il rapporto della parola con l'oggetto, con la realtà. Abbiamo cercato di studiare sperimentalmente il pas­saggio dialettico dalla sensazione al pensiero e di mostrare che nel pensiero si riflette la realtà in altro modo che nella sensazione, che il tratto distintivo fondamentale della parola è di essere il riflesso ge­neralizzato della realtà. Allo stesso tempo abbiamo toccato un aspet­to della natura della parola il cui significato va al di là dei limiti del pensiero in quanto tale e che in tutta la sua pienezza può essere stu­diato soltanto in seno ad un problema più generale: quello della pa­rola e della coscienza. Se la coscienza senziente e la coscienza pen­sante dispongono di modi diversi di riflettere la realtà, allora rappresentano pure dei tipi differenti di coscienza. Perciò il pensiero e il linguaggio sono la chiave per comprendere la natura della co­scienza umana- Se «il linguaggio è antico quanto la coscienza», se «il linguaggio è la coscienza reale, pratica, che esiste anche per altri uo­mini e che dunque è la sola esistente anche per me stesso», (se «la maledizione della materia, la maledizione degli strati d'aria agitati pesa sulla pura coscienza»,) allora è chiaro che non il solo pen­siero, ma tutta la coscienza nel suo insieme è legata nel suo sviluppo a quello della parola. Le ricerche fattuali mostrano ad ogni passo che la parola gioca un ruolo centrale nella coscienza nel suo insieme e non nelle sue singole funzioni. La parola è nella coscienza ciò che, secondo l'espressione di Feuerbach, è assolutamente impossibile per un solo uomo, ma è possibile per due. E l'espressione più diretta della natura storica della coscienza umana. La coscienza si riflette nella parola come il sole in una piccola goccia d'acqua. La parola sta alla coscienza come un piccolo mondo ad uno grande; come una cellula vivente ad un organismo, come un atomo al cosmo. Essa è un piccolo mondo della coscienza. Una pa­rola piena di senso è un microcosmo della coscienza umana.” [L. Vygotskij (1990) Pensiero e Linguaggio, traduzione di Luciano Mecacci, Laterza, Edizioni Laterza pag. 395-396]

 

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