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Il Metodo Emozione di Conoscere e Desiderio di Esistere

Il Modello Empatico-Relazionale 

Il Metodo Emozione di Conoscere e Desiderio di Esistere è stato un'intuizione del prof. Nicola Cuomo fin dal 1974 quando iniziò come Ricercatore prima e poi come Professore Associato a svolgere attività di ricerca, multi e interdisciplinare, nel campo dello sviluppo e del potenziamento delle diverse e originali intelligenze, dedicando la vita allo studio di come organizzare i contesti, le situazioni e le atmosfere relazionali affinché possano contrastare le difficoltà di apprendimento e di insegnamento verso una qualit di vita, autonoma e indipendente, in situazione di inclusione.

Il prof. Cuomo, coerentemente alle teorie di Vygotskij, era convinto che l'intelligenza, qualunque sia il significato che le diamo è soggetta ad essere "orientata, educata e potenziata" (L. Vygotskij 1932) e soprattutto che non è data dalla somma delle competenze, ma dalla capacità di autodeterminazione dell’individuo, dalla sua capacità di comprendere/interagire consapevolmente con il contesto.

 

 

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Il Metodo si basa sui risultati delle ricerche condotti in più di 30 anni su una casistica di circa 3000 persone con deficit intellettivo (dall’infanzia alla vita adulta).

Si basa su 3 principali riferimenti teorici:

  1. L. Vygotskij e A. R. Lurija: zona di sviluppo potenziale e la teoria P.A.S.S.;

  2. M. Wertheimer: teoria della Guestalt e potenziamento della capacità dei transfer

  3. E. Husserl: fenomenologia e sviluppo delle capacità e competenze intenzionali e di autodeterminazione

 

Il metodo propone, partendo da un confronto-colloquio con la famiglia in cui delineare una mappa dei “sa fare” della persona, la definizione di un progetto personalizzato in cui ipotizzare buone prassi/piste di lavoro con la finalità di superare/contrastare gli handicap che i deficit propongono nei differenti contesti di vita della persona.

 

Tra le peculiarità che caratterizzano il metodo ritroviamo il progettare circostanze di apprendimento e di insegnamento assolutamente non sciolte dagli eventi, dai contesti relazionali e dalla relazione psico-affettiva determinati dal desiderio di esistere e di comunicare, dal desiderio di stare con l’altro.

 

Gli interventi e le azioni caratterizzati dall’emozione di conoscere hanno la finalità di portare alla consapevolezza, soprattutto alla scoperta, del potere d’azione del proprio corpo, attraverso il quale è possibile intervenire sugli oggetti, sugli altri, nel e sul mondo, del poter agire e del voler agire; un provocare un permanente e dinamico passaggio, in una dimensione di reciprocità, da oggetto del desiderio dell’altro a soggetto che agisce.

Senza tali profonde attenzioni e/o strategie preliminari spesso diviene difficile coinvolgere una persona con deficit in quanto l’avere quale riferimento RAZIONALITA’ e MOTIVAZIONI per implicarlo in un progetto è di frequente difficilissimo o non possibile: queste sono spesso assenti. Pertanto risulta fondamentale, creare le condizioni per il successo, in quanto è da questo che le motivazioni nascono. Le possibilità di successo, vanno ricercate in quegli ambiti in cui la persona con o senza deficit dimostra sia pur minime competenze, tra i suoi "sa fare".

 

Alcuni dei concetti fondamentali su cui si fonda:

  • L’eterocronia: “L’individuo, nel suo sviluppo, non segue dei ritmi costanti, ma eterocroni, si sviluppa cioè a velocità differenti secondo i diversi settori dello sviluppo psicobiologico...” (René Zazzo – 1910/1995). Lo sviluppo della persona è inteso dunque non come un percorso omogeneo (sommatorio e lineare), ma complesso, articolato, con equilibri originali, con diversi tempi di maturazione nelle diverse aree cognitive e fisiologiche

  • La globalità: far riferimento a sistemi complessi per cui ogni elemento influenza l’altro e ne è a sua volta è influenzato. Contesti, situazioni, vissuti… influenzano il significato degli eventi. Percorsi uguali possono raggiungere obiettivi diversi, percorsi diversi possono far raggiungere obiettivi uguali

  • Le occasioni: è necessario un progetto che, partendo dal “sa fare” non definisca un itinerario di apprendimento passivo e preconfezionato, ma organizzi occasioni reali, forti dal punto di vista emozionale e relazionale, in cui emerga la necessità di acquisire un determinato apprendimento;

  • Autonomia-Socializzazione-Appendimenti: sono da considerarsi come un sistema integrato e contemporaneo e valutano l'efficacia dell'intervento relativamente al loro gradiente di implicazione ed integrazione reciproca, per cui: ogni autonomia deve produrre competenze in relazione alla socializzazione e agli apprendimenti; la socializzazione competenze negli ambiti delle autonomie e degli apprendimenti; gli apprendimenti competenze negli ambiti della socializzazione e delle autonomie.

  • Vissuto/Subito: attraverso i dati acquisiti con le osservazioni, le comparazioni con gli operatori della scuola e dell’ambito terapeutico ed il confronto con i genitori, si vuol cercare di valutare ed orientare lo stile educativo a favore di uno sviluppo delle originalità e potenzialità affettive e cognitive della persona. Due sono gli indicatori globali a cui il metodo si riferisce:

    • SUBITO (educazione passiva che va assolutamente eliminata)

    • VISSUTO (educazione attiva che va incentivata, potenziata)

  • Attenzione ai processi: implicare la persone con disabilità nel processo in modo da immetterla in una condizione in cui poter riflettere sulle azioni per impadronirsi delle competenze in maniera profonda e strutturale in modo da poter esercitare intenzionalmente trasfer cognitivi.

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